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SEMBRA IERI (v. XXVI). LO SPORT DE “IL BULICAME”

Quando il Bulicame costava 100 lire! Quando il calcio faceva scorrere davanti agli occhi degli innamorati della Palazzina centinaia e centinaia di giocatori che riuscirono a portare in alto il nome della città dei Papi.

Eppoi – a partita finita – la gioia di andare immediatamente al Corso, a fare le “vasche”, a sfoggiare la “mezza riga”, il taglio di capelli che andava per la maggiore, o i pantaloni a “zampa di elefante”, che non erano affatto belli a vedersi, ma che non potevano mancare nel guardaroba di un giovane di inizi anni settanta.

Ne abbiamo conosciuti tanti di quei giocatori. Atleti veri o talentuosi. Conosciuti davvero, nel vero senso della parola, non come accade oggigiorno, che finisce una stagione e non hai scambiato neanche un parola con la maggior parte di essi.

Alcuni li guardavi pure con una certa timidezza, essendo tu un giovane che si avvicinava all’attività giornalistica e qualcuno dei più famosi, magari già un trentenne, che ti sembrava enormemente più grande di te.

La gentilezza e la gioia di ritrovarsi, di riparlare degli anni che furono, però, non ha mai fatto difetto a questi gentiluomini. Anche questo è stato il vanto di aver fatto del giornalismo in quegli anni, perché ha rappresentato un canale di vita parallela, che ha arricchito spirito e  cultura.

Nostalgia Canaglia! Quella che ti prende è non ti lascia più. Quando ricordi, quante cose belle, Ezio Sella e gli altri, quelli che non ebbero la sua stessa fortuna.

E una parte di tutto ciò fece parte di quelle due pagine sportive de “Il Bulicame”, davvero un appuntamento con le edicole imperdibile per tanti, soprattutto per i giovani, che trovarono la loro “casa” sul quel periodico che aveva fatto una scelta coraggiosa e vincente, Purtroppo, come tutte le cose belle, finì troppo presto.

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