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GLI AVVERSARI DI TURNO: L’ATTACCANTE FISCHNALLER

Potrà essere un pericolo per la porta di Iannarilli, Manuel Fischnaller? 

La sua è una storia particolare, tra Bolzano, Reggio Calabria e una piccola parentesi alla Juventus. Ai tempi del Südtirol venne giudicato uno dei talenti più cristallini della Lega Pro, con un’esperienza passata in Serie B alla Reggina, da cui era tornato nell’estate 2014. Stella nella squadra della sua regione, con quel ricordo dell’esperienza alla Juve

  • Perché hai voluto giocare a calcio, tu che provieni da una regione da sempre notoriamente vocata agli sport della neve e del ghiaccio?

“Beh innanzitutto io sono cresciuto in città a Bolzano, dove il calcio è sicuramente più seguito. Mio padre Alfred giocava a livello amatoriale e il pallone mi piaceva fin da piccolo. Prima andavo solo a vedere gli allenamenti di mio fratello Hannes poi provai anche io. All’inizio insieme al calcio praticavo l’atletica (come mamma Waltraud Mattedi giavellottista di livello nazionale, N.d.R.) , con qualche successo, dato che sono stato anche campione regionale. Poi però quando mi hanno chiesto di scegliere non ho avuto dubbi: il calcio”.

  • Ecco allora il Südtirol …

“Ho cominciato con il Neugries Fc, una società di Bolzano, prima essere acquistato dal Südtirol, dove ho fatto le ultime categorie giovanili e un’estate mi chiamarono per il ritiro della prima squadra. Ero un ragazzino e non fu facile, all’inizio giocavo terzino e non mi trovavo e quando parlavo con papà volevo tornare a casa. Poi si fecero male due attaccanti e il mister mi mise davanti, dove avevo sempre giocato. Segnai subito in amichevole e poi quell’anno giocai una trentina di partite con quattro gol, nella squadra in cui c’era anche Hannes”.

  • Una cresciuta continua che nel gennaio 2010 portò “Fisch” alla Juventus.

“La dirigenza bianconera e il ds Alessio Secco mi vollero per la squadra Primavera. Per me era la prima volta via da casa e decisi di andare a vivere nel convitto con tanti altri ragazzi che non erano di Torino, soprattutto della Berretti, con cui ancora ci sentiamo. Fu un bel periodo, vincemmo un Torneo di Viareggio con Ciro Immobile ed ebbi anche la possibilità di allenarmi con la prima squadra. Ricordo la telefonata di Pessotto, responsabile del settore giovanile, che mi annunciava che avrei dovuto sostituire Del Piero che non stava bene, ricordo e l’arrivo al campo. Mi presentarono alla squadre e a me, milanista, tremarono le gambe. Fortuna che a me si sono subito avvicinati Chiellini e Manninger, col quale sono diventato amico, visto che potevo parlare in tedesco con lui. I calciatori che mi hanno più impressionato della Juve? Del Piero per come batteva le punizioni. Rimanevo a guardarlo, a fine allenamenti, mentre si esercitava, e non ne sbagliava una. Ma anche il brasiliano Diego aveva una tecnica sopraffina”.

  • L’esperienza alla Juve è durata solo sei mesi…

“Questo non lo so. L’unico rimpianto che ho io è che alla Juve mi aveva voluto il direttore sportivo Alessio Secco. Ma a fine stagione non è stato riconfermato e al suo posto sono arrivati Marotta e Paratici, che hanno cambiato tutte le strategie, anche del settore giovanile. Non mi conoscevano, e per questo, probabilmente, mi hanno fatto tornare al Südtirol”.

  • Dal 2008 al 2012 lei ha vestito la maglia della Nazionale Under 20, dove ha collezionato nove presenze su nove convocazioni e segnato tre gol. Anche il Ct Ciro Ferrara lo ha chiamato per uno stage di quattro nell’ Under 21.

“Altra grandissima soddisfazione. Per me è stato un onore giocare per l’Italia. Il mio primo gol in azzurro col Ghana mi ha regalato emozioni fortissime”.

  • Dopo tanto Südtirol, una promozione da protagonista (13 reti in 31 partite), nel 2012 la Serie B con la Reggina.

“Andai alla Reggina. Per me, che vivevo con i miei genitori davvero un’esperienza. Lontano milletrecento chilometri da casa in una categoria che non avevo mai visto. Poi grazie all’affetto e all’aiuto della società e della gente mi sono ambientato. E mi dispiace solo per la seconda stagione. Siamo retrocessi e non auguro davvero nessuno di farlo con così tanto anticipo”.

  • Due anni dopo ancora al “Druso”, lo stadio di Bolzano.

“Il Südtirol ha risolto la comproprietà a suo favore e io sono tornato a casa. E nonostante le voci di mercato sono rimasto perché sarei partito solo per un’offerta seria da una società di A e B”.

  • Invece sono stati i Grigi, nel 2015, a fargli firmare un contratto quadriennale. In quel mese di luglio così scrisse su “La Stampa”Francesco Gastaldi: “Una fiducia incontrastata nel giovane attaccante e la volontà di legarsi a lungo con un giocatore di spessore per la Serie C”.

Nonostante la classe sopraffina e le credenziali di vero top player, Fischnaller non è però mai esploso del tutto. Come mai?

Mario Bocchio

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