AmarcordIl Pallone

AMARCORD. GLI ALBORI DEL TERZO MILLENNIO

I baffi nei calciatori sono quasi del tutto scomparsi, proprio mentre prende sempre più piede internet, che si espande a macchia d’olio, modificando tutto e tutti, rendendo la realtà assai più dilatata e discostata, talvolta, dall’effettiva esistenza giornaliera di un tempo.

La schedina Totocalcio – la vecchia e cara schedina – è già andata in disuso, fagocitata da altri incentivi assai meno romantici.

Il famoso slogan “domenica sarai milionario!”, con lo sfondo di una schedina  e di un pallone – di quelli senza esagoni, ma con i lacci – è praticamente dimenticato. E’ più facile divertirsi con i “gratta e vinci”, con il Superenalotto, alle macchinette delle sale giochi, lasciandosi alle spalle bei decenni di divertimento costruttivo, di sana crescita culturale e sociale.

Viterbo non è esente da tutto ciò, anche se il buon gusto e la tradizione della città di provincia permettono di godere ancora qualche spicciolo di serenità e operatività. La Viterbese c’è ancora, è in C1 e affronta il dopo-Gaucci con le due gestioni di Jerry Aprea, che acquisterà la società di Via della Palazzina al costo simbolico di un euro.

Il decennio inizia riponendo i timori del “millennium bug” e -una volta scongiurata la tanto romanzata fine del mondo – si riparte. Una sola cosa è totalmente diversa, la data sul calendario: ci vuole un po’ ad abituarsi, scrivendola su un foglio di carta, con la tentazione di iniziarla con un “uno”, come era successo per tutta la vita. Un anno più tardi, però, un evento catastrofico, quanto imprevedibile, tornerà a far passare i brividi sulla schiena di tutti, l’abbattimento delle Torri Gemelle a New York.

Nel calcio gialloblu, invece, il decennio si apre come si era chiuso il precedente. Con la stessa professionalità, ad esempio, di un giocatore che non ha mai cercato i riflettori, che è saputo stare al suo posto, che ha giocato bene, ricoprendo più di un ruolo.

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