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LA TATTICA. LE MOSSE DI SIRACUSA

IL MODULO

Ormai da qualche partite Calabro opta sempre per una linea a quattro del centrocampo con un quinto vertice in alto: stavolta, in quest’ultimo ruolo, ci ha adattato Baldassin, mossa che aveva tentato anche Sottili senza successo e proprio la serie di vittorie del Toscano era coincisa riportando il centrocampista nella sua “sede” naturale. Qualcuno pensava ad una conferma di Molinaro e Luppi in attacco, invece magolia solo per l’ex del Verona, poi tolto dopo la prima frazione, lasciando qualche dubbio tra gli osservatori più attenti e competenti. Palermo a destra del centrocampo ha dimostrato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che le sue qualità tecniche si esaltano in posizioni più centrali. Il terzetto difeso era scontato.

LE SOSTITUZIONI ALL’INTERVALLO

Un tris di cambi all’intervallo, mossa pesante, che di solito equivale ad ammettere di aver sbagliato l’undici iniziale. Volendo dire cose diverse, non si può non sottolineare che le sostituzioni non hanno prodotto effetti, visto che la squadra nella ripresa è andata peggio. Avere dato più tempo a Bismark, ad esempio, avrebbe potuto avere un quid di “lotta” in più in campo, nella fase del tentativo di rimonta.

LE ALTRE DUE SOSTITUZIONI

Si sperava in un Molinaro portafortuna ad oltranza, ma non sempre le cose vanno in questo verso e, stavolta, la mossa estrema di togliere un centrale difensivo per inserire l’attaccante ex-Avellino non ha portato benefici apparenti. Con Tsonev e Coppola rimasti ancora in panchina, la cinquina delle sostituzioni a disposizione di Calabro ha contemplato anche l’inserimento di Vandeputte, il quale non sembra rispondere troppo bene a questo suolo di subentrante.

Psicologa Eleonora Di Marco
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