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VITERBO – Stavolta la rabbia sembra accentuata e potrebbe far accrescere le percentuali di una uscita di scena che, però, non è così facile da concretizzarsi. Nella maggior parte dei casi, gli avvicendamenti societari intervengono in situazioni economiche disastrose, dove non si vede l’ora di mollare la patata bollente.
Scenario completamente diverso rispetto a quello della Viterbese, dove la situazione patrimoniale è salda e il fronte del debito – come ripete ad ogni occasione Camilli – inesistente, con bilanci perfetti, con le casse sociali in salute.
In un clima di incertezza proliferano anche le voci, quasi sempre incontrollate, come quella che avrebbe voluto Camilli di nuovo vicino al Grosseto, il suo “grande amore” prima dell’avventura gialloblu.
“Assolutamente nessun interessamento al Grosseto – la sua risposta-perché con il calcio ho chiuso. Il Grosseto sta bene come sta e gli faccio tanti auguri”.
Ieri sera, intanto, Camilli era tra gli ospiti della premiazione della ADICOSPI, a Roma, dove è stato consegnato un riconoscimento alla Viterbese e al suo direttore sportivo Pagni.

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