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VITERBESE, DOMANI A CASA DI “GIO”….

Domani l’esordio casalingo del Bari nel campionato di serie C. Alle 17:30, quello di “Giò'” Corncchini, l’ex di questa gara del tutto inedita  al San Nicola. A dirigere la sfida sarà Marcenaro di Genova: per lui  nessun precedente ufficiale con il Bari e uno con la Viterbese (Viterbese-Alessandria 1-1 serie C 2017/18).

Bari e Viterbese, come detto, non si sono mai affrontate in gare ufficiali professionistiche. Inedita anche la sfida fra i due tecnici, Giovanni Cornacchini e Giovanni Lopez, che però condividono il passato da calciatori. Entrambi erano nel Vicenza di Guidolin stagione 1996/97, la squadra che vinse la sua prima – e finora unica – coppa Italia, superando in finale il Napoli di Simoni: 0-1 all’andata al San Paolo, 3-0 nel ritorno al “Menti”, dopo overtime. Venti le partite giocate insieme dai due in quella stagione (15 di A e 5 di coppa).
Giò, da allenatore, affronterà per la seconda volta la Viterbese: alla guida dell’Ancona, l’attuale allenatore biancorosso vinse 2-0 a Viterbo nella coppa Italia dei “grandi”. Anche Giovanni Lopez, seduto in panchina, affronterà per la seconda volta il Bari dopo l’1-1 al “Menti” nella B 2014/15, quando allenava il Vicenza.

2016, TERMINA L’AVVENTURA DI “GIO” A VITERBO

VITERBO – Dino Pagliari è da ieri al lavoro. E’ caduta su di lui la scelta della Viterbese. Il patron Piero Camilli lo aveva già tra i “nomi caldi” e – quando ha deciso per l’esonero di Cornacchini – lo ha subito chiamato per affidargli la squadra. Pagliari, peraltro, è molto stimato da Pastore, anch’egli arrivato nei giorni scorsi alla Viterbese in qualità di direttore sportivo, in sostituzione di Minguzzi.

Nella mattinata di ieri l’incontro tra le due parti e l’accordo: subito dopo l’ex allenatore di Lecce e Pisa era già allo stadio Rocchi a guidare l’allenamento, insieme al suo secondo Maurizio Tacchi. Avrà a disposizione davvero poco tempo per cercare di migliorare la situazione. Forse qualche ora in più, visto che la Viterbese giocherà ad Arezzo nella fascia serale: farà fare una full-immersion ai suoi, rifinitura domenica mattina e partita la sera.Il compito di Pagliari è quello di arrestare il crollo verticale della squadra – sei sconfitte nelle ultime otto giornate – e di centrare i playoff, cosa che sembrava già acquisita dopo lo strepitoso avvio di stagione, che aveva portato la Viterbese al secondo posto della classifica.

E’ proprio sul carisma del tecnico marchigiano che punta la società gialloblu per affrontare il momento difficile: dovrà scuotere la squadra dal torpore sempre più marcato delle ultime gare, soprattutto considerando un calendario proibitivo, con le sfide consecutive in programma, ad Arezzo, Como e Cremonese.

“Non sono qui per fare miracoli – ha detto Dino Pagliari al termine del suo primo giorno di lavoro – ma per fare al meglio, tutti insieme,  il nostro mestiere. Ho poco tempo per preparare la trasferta di Arezzo, ma faremo come ieri, un lavoro fatto di grande partecipazione della squadra e buona energia. Quando Camilli mi ha chiamato, ho accettato con entusiasmo: Viterbo è una piazza interessante. Ho già visto diverse partite.Conosciamo la maggior parte dei ragazzi, ai quali ho chiesto di  trovare l’identità giusta e farlo insieme, dal primo a ultimo, il più velocemente possibile. Non ci deve interessare quanto accaduto finora, noi abbiamo iniziato ora ed abbiamo gli strumenti per fare bene. Bisogna stringere i denti per arrivare alla sosta, che sarà importante su più di un fronte.“

La svolta è stata data a questa Viterbese, ambiziosa e determinata nel progetto, pronta a tuffarsi nel mercato per sostituire quelle due o tre pedine messe fuori causa dagli infortuni e altrettante per dare il cambio a quei giocatori che non hanno reso secondo le aspettative. “Mi ero ripromesso – dice Piero Camilli – di non esonerare nessun tecnico quest’anno. Ho aspettato per molto tempo, poi non ho più potuto, quando ho avuto l’ennesima conferma che la squadra non seguiva più il vecchio allenatore, che c’era troppa confusione in campo e mancava, di contro, la cattiveria agonistica, indispensabile per ben figurare in questa categoria.”

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