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DAL CORRIERE DELLO SPORT. INTERVISTA AD ATANASOV…

La rete finale al Francavilla: è stata studiata? O è stato un gesto istintivo, quasi una sorta di atto disperato di chi sta per vedere vanificato il sogno di tornare a vincere?

“No, di studiato non c’è stato niente! Mi sono gettato in avanti con tutte le energie che ancora avevo dentro: volevo provare ad essere utile, come mi era successo altre oltre nella mia carriera. Non ci ho pensato un attimo, mi sono avventato su quel pallone quasi in apnea, tornado a respirare a pieni polmoni quando ero certo che fosse gol, con i miei compagni che mi soffocano nell’abbraccio liberatorio.”
Già, liberatorio. Quando si perdono tante partite di seguito sembra che tutto diventai difficile, si perdono anche delle certezze.
“Nella mia carriera non mi era mai capitato di perderne sei di seguito ed è stata una sensazione poco piacevole. E’ vero, quando tutto va male per un periodo prolungato si rischia di perdere un po’ di sicurezza e tutto ciò che una volta veniva automaticamente, si fa all’improvviso difficile.”
Stai attraversando un buon periodo di forma: sei tornato ai tuoi livelli abituali. Sembra lontano quel periodo in cui hai dato la sensazione di essere distante dal top. Era forse perché pensavi di trovare una sistemazione diversa?
“E’ stato solo un attimo, già a Bari iniziai a giocare alla mia maniera e avevo scelto di rimanere a Viterbo, scegliendo anche il progetto della società, che prevede giocatori esperti insieme ai giovani, i quali, peraltro, si stanno facendo onore.”
La prossima partita non ci sarai per via del turno di squalifica. Che consigli dai ai tuoi compagni di difesa che perdono un tassello così importante del reparto?
“Di mettercela tutta e fare quello che sanno fare. Comunque ci sono altri compagni di squadra che giocano di meno, ma che quando son stati chiamati in causa – penso, ad esempio, a Milillo – si sono fatti trovare pronti e non hanno demeritato.”

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