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Romano e il suo “chiodo fisso”, di costruire una squadra con dei giovani bravi. Non tutti sono stati all’altezza di questi propositi, ma Errico sì, e ancor di più Michele Volpe, che ha mostrato un grande carattere, che ha imparato a fare a “sportellate” in mezzo all’area di rigore, a cercarsi l’occasione giusta, sia di testa che di “rapina”.
Ha affinato delle doti già evidenti nell’annata del campionato Primavera a Frosinone, quando, sotto la guida di Federico Coppitelli, era riuscito a mettere a segno dodici reti in quindici partite, prima di fermarsi per un infortunio.
Dei “gemelli del gol” – lui insieme a Tounkara – sembrava il fratello minore, ma andando avanti con le partite le cose si sono modificate e non è un mistero che, nelle ultime settimane, la Viterbese abbia maggiormente fatto conto sul centravanti di Benevento.
L’anno scorso questi tempi, Volpe chiudeva l’anno tra le difficoltà di un completo inserimento e qualche acciacco fisico, adesso è conscio di poter rivestire un ruolo primario nella potenzialità offensiva della Viterbese. Pronto a dimostrarlo contro il Bari, un po’ come se fosse la prima volta, come se fosse la partita Viterbese-Catanzaro, quella del digiuno spezzato, oppure la trasferta di Caserta, dove Volpe realizzò la sua prima doppietta in gialloblu.
In mezzo ci sono state altre prestazioni degne di nota, eppure gol, come quello importantissimo di Terni, dove, nonostante una caviglia in disordine, si fece cento metri di corsa per andare ad esultare dalla parte opposta.

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