Sport, Cultura, Costume

ANNO 18. COSA E’ CAMBIATO?

Lo sport da seguire stava appena uscendo dall’essere fatto di tanta umiltà, di persone vere, che ci mettevano l’animo, ma anche di gente simpatica, estremamente rispettosa di questo lavoro, insieme a molti lettori che apprezzavano il linguaggio “pulito”, la narrazione dei fatti scevra da sensazionalismi, da pressappochismi, da gossip gratuiti.

Il vecchio millennio si è portato via le cose migliori. Iniziammo seguendo la Viterbese che in C1 diventò improvvisamente protagonista, addirittura capolista per undici giornate. Erano ormai lontani i tempi di Di Vincenzo allenatore, del ritorno del compianto Persenda, tempi fatti anche di retrocessioni, che qualche stagioni più tardi vennero riabilitate da Paolo Berrettini e dai suoi splendidi ragazzi. Poi ancora un po’ a singhiozzo, fino alle ripetute stagioni con Deodati “padrone del vapore” e Leo Acori che si affacciava al “grande calcio”, lui che veniva dal Prati, in Promozione, e che forse non sperava neanche, un giorno, di affrontare – facendola peraltro soffrire – la Juventus.

Diciotto anni di pagine belle, ma anche di sventurati fatti. Gioie e dolori, sorrisi e pianti. Qualche lacrimuccia rigò il viso dei più sensibili quando Martin Turchi sbagliò il gol decisivo contro l’Ascoli: fosse andato dentro quel pallone, forse, oggi la Viterbese sarebbe stata tutta un’altra cosa, forse ancor più di quanto ci si illuse fino a quel caldissimo pomeriggio di Crotone, quando svanirono i sogni e – qualche settimana più tardi – anche l’intero calcio alla Palazzina.

Già, la vecchia, cara, Palazzina: c’è stata anche la sua demolizione in questi diciotto anni, quelle tribune da cui sportivi ed addetti ai lavori avevano applaudito fior di giocatori, fior bomber , fior di signori, in campo e fuori!

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