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AMARCORD. LA “CONTA” PER FORMARE LE SQUADRE …

Le luci della giovinezza si spensero definitivamente, come quei campi rionali, dove si faceva la “conta” per comporre le squadre,  abbandonati, con una catena a serrare il cancello e le erbacce a crescere incontrastate. Molte città persero, in questa maniera, un luogo identitario, quello dei cosiddetti campetti, che sono spariti, lasciando spazio a parcheggi o a palazzi. Mi viene in mente il parcheggio di Bolsena, che si trova proprio dove c’era il campo sportivo, esattamente quello che aveva vissuto momenti gloriosi, negli anni sessanta, ai tempi del presidente Zarghetta. Un campo sportivo dove organizzai, peraltro, la manifestazione di fine stagione riservata ai migliori giocatori della provincia, con tanto di passerella in campo. Era qualcosa di molto appetibile per i protagonisti, che poi venivano immortalati da TeleViterbo e si sentivano tutti un po’ più importanti. Prima che il calcio cominciasse a cambiare, che la partecipazione alla cena dei premiati fosse quasi solo un peso, non più uno smisurato generatore – e conduttore – di orgoglio.

Come nel duemila, l’ultima edizione organizzata, prima di dire stop, rendendomi conto che non era più la stessa cosa e che disputare la partita dei migliori era quasi un favore personale che ti facevano, anziché un desiderio dei calciatori. A Bolsena, invece, era ancora il periodo fulgido, anche se si verificò qualcosa di incredibile. Pur essendo giugno, iniziò a piovere fin dalla mattina. Piovve di continuo durante la partita e anche dopo, al momento di entrare al ristorante, sulle rive del lago.

Mi è capitato un paio di volte di parcheggiare in quello spazio, pensando come, ormai, non si dia più alcun significato alle cose belle di una volta, laddove sono nate le speranze di quella gente lì, dove tutto fagocita tutto. Non credo che sarebbe stato difficile realizzare ugualmente un parcheggio da quelle parti e salvaguardare un “cimelio” che ha reso felici intere generazioni e che ha tenuto viva la loro passione. Sarebbe stato un modo dignitoso per lasciare in memoria a chi verrà dopo di noi quel tempo, quello in cui la mamma chiamava dalla finestra e, di fatto,  sanciva il termine di infinite partite nel cortile. Ora alle mamme si sono sostituiti i messaggi whatsapp, anche se, purtroppo, la ricerca è indirizzata verso altri orizzonti, non più gli spazi cortivi delle partitelle, sostituiti dai centri commerciali, dal “fast food”. 

DAL LIBRO “SOGNI, BISOGNI & SPORT”

 

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