
Nel 1974 il lettore viterbese trovava in edicola, oltre ai tre quotidiani nazionali (con notizie della Tuscia), anche un quindicinale che si era ricavato già negli anni precedenti un certo spazio.
In quell’anno – però – ci fu un vero e proprio boom del periodico, anche grazie alle due pagine di sport inserite dal direttore e affidate ad un giovane cronista.
Il giornale era il “Bulicame” e in queste due pagine tante novità, tanto spazio anche ai campionati giovanili e provinciali, con più di una rubrica specifica. Tra le più seguite era “Giovani alla ribalta”, una passerella dei migliori giocatori della settimana, soprattutto provenienti dai campionati giovanili.
Erano gli anni in cui spopolava il jukebox. Era un grande polo attrattivo anche per quegli stessi ragazzi che finivano – quando lo meritavano – nella speciale rubrica dedicata ai giovani.
Tra i più gettonati era Elton John con la sua “Crockodile Rock”. Sì, gettonato. Perché bisognava acquistare il gettone da inserire nella feritoia dell’affascinante macchina (tutt’altro che multimediale) dispensatrice di musica, con il suo braccio che estraeva il disco in vinile, a 45 giri, e lo faceva ruotare, facendolo “leggere” dalla mitica puntina.
Erano anche gli anni in cui arrivare al settore giovanile della Viterbese era un sogno per tutti i ragazzi della provincia, anche se poi non era altrettanto facile poter arrivare alla prima squadra gialloblu, che rimaneva – invece – una utopia.
Nella Berretti finiva talvolta anche qualche giocatore della prima squadra squalificato oppure concesso per l’occasione, come Cecchelin o il compianto Lucchi. Più volte le due squadre viaggiarono sullo stesso pullman per andare a giocare a Roma. Una volta la juniores scese a giocare sul campo del Flaminio Andrea Doria, mentre la Berretti proseguì per andare sul campo dell’Almas.
Erano i tempi dei pantaloni a zampa di elefante e di un calcio che sapeva regalare ai giovani tutto ciò di cui avevano bisogno, per una vita sana. La prima domenica di ottobre, in occasione della “fiera” annuale alla Storta, alla periferia della Capitale, si creò un enorme ingorgo nel traffico.
Fratelli di … calcio furono i Grazini, ma anche i gemelli Giulio e Giorgio Rossi, così come Moreno e Brunero Cupelli. Oppure Carlo e Mario Dini, nonché Mauro e Paolo Mecocci, quindi Pino e Stefano Ottaviani, per terminare con Giorgio e Massimo Filippi. Quasi tutti finirono in gialloblu e qualcuno riuscì anche ad approdare alla prima squadra.