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LA PRIMA INTERVISTA DOPPIA DEL PASSATO: MAESTRELLI & VINICIO

 

– Che pensate l’uno dell’altro? Ci potranno essere conflitti di competenze?
Vinicio: «Non credo. Prima di firmare ho preteso che venisse definita la posizione di Maestrelli. Lo stimo tanto, da lui ho imparato le prime grosse cose per insegnare calcio moderno. Poi al Napoli ne ho aggiunte altre».
Maestrelli: «Io Vinicio l’ho conosciuto molto bene quando allenava il Brindisi, ha una tempra d’acciaio, è intelligente, onesto. Ripagherà sicuramente i dirigenti della fiducia che hanno avuto in lui».

– Rimpiangete la Nazionale? Entrambi avete avuto dei contatti, sia pure in tempi diversi…
Vinicio: «Io non ne so niente. I giornali parlavano di me alla Nazionale e potevo solo restarne lusingato. In questo periodo ho visto Carraro per caso, una sola volta. Non mi ha detto niente».
Maestrelli: «La Lazio è ormai la mia squadra. Non posso pensarmi fuori della Lazio. Solo alla Lazio posso cominciare serenamente questa nuova attività manageriale».

– Si parla tanto di Savoldi. Dovrebbe andare alla Juve, dovrebbe andare chissà dove… Voi vorreste riavere Chinaglia, il signor Chinaglia?
Vinicio: «Chinaglia ormai s’è realizzato in America. Quanto a Savoldi, fossi rimasto a Napoli non avrei dato il permesso di cederlo. Credo che l’affiatamento sia importante per i successi di una squadra».
Maestrelli: «La Lazio ha grossi talenti e non deve invidiare nulla a nessuno. Ci sono, Giordano, i Manfredonia, i D’Amico».

– D’Amico metterà la testa a posto?
Vinicio: «Per me D’Amico è un talento. Dovrò potenziarlo fisicamente. Potrebbe essere il regista della nuova squadra, ma dovrà soprattutto correre e combattere per novanta minuti. Nelle mie squadre, il regista corre come tutti e pertanto preferisco chiamarlo un corridore che pensa».
Maestrelli: «D’Amico è il più grosso talento naturale del calcio italiano. Gli farà bene la “cura-Vinicio”. Fisicamente e psicologicamente».

– Che pensate di Umberto Lenzini? Ormai non è più il padrone unico della Lazio. E’ meglio?
Vinicio: «Con me è stato squisito. Mi ha aiutato. Grazie a lui potrò risolvere certi problemi privati che mi tormentavano. E’ un galantuomo che vuole ricostruire una grande squadra».
Maestrelli: «Che non sia più il padrone assoluto è un bene per tutti ma anche per lui. E’ stato lui a volerlo. Ora tutte le decisioni vengono preventivamente discusse».

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