AmarcordUS Viterbese

I “MITICI DEL ’70”. QUANDO SI FACEVA IL BIGLIETTO PER IL “PRATO”…

Raramente una formazione della Viterbese era piaciuta agli avversari. Forse anche di più che a qualche tifoso della città dei Papi, su quegli spalti della Palazzina, quando il campo sportivo si chiamava ancora “Comunale” ed esisteva il “Prato”. Ti accorgevi della partita imminente soprattutto girando per Viterbo, volgendo lo sguardo verso i tanti manifesti, molto grandi, stampati su due triangoli uniti insieme, di colore giallo e azzurro.

Un azzurro che permetteva la stampa con inchiostro nero, che si vedeva benissimo. Non c’era scritto molto, ma c’era tutto ciò che serviva per essere informati, al corrente della partita, anche per quegli sportivi che non leggevano i giornali o non lo leggevano sistematicamente. Ed era lì, che si capiva pure che, con poche centinaia di lire, si sarebbe potuto acquistare il biglietto per il “Prato”, con la possibilità di assistere alla partita attaccati alla rete di recinzione, sullo stesso piano del campo di gioco.

Molti hanno visto da lì crescere la Viterbese, superare qualche intoppo e viaggiare verso il trionfo finale. Hanno conosciuto di persona, proprio per la vicinanza a loro, magari anche quando andavano a battere un fallo laterale, molti di quei “Mitici” del settanta.

Li hanno visti diventare sempre più importanti, rendendo vincente una Viterbese che, anche nell’anno precedente, aveva un organico di tutto rispetto. La bravura di Rocchi e del suo staff fu proprio quella di non accontentarsi, di non basare tutto sul potenziale effettivamente elevato di dodici mesi prima, ma di modellare la Viterbese tramite una campagna acquisti eccezionalmente razionale, tra partenze e arrivi.

C’è voluto il tempo necessario per amalgamare vecchi e nuovi: qualcuno, all’inizio, come detto, ha anche storto un po’ il naso, non sapendo che, di lì a qualche settimana, avrebbe potuto ammirare una delle squadre più belle che la storia gialloblu possa annoverare.

Diciassette giocatori che hanno fatto tutti la propria parte. Anche chi ha avuto minore spazio. Da quelli che hanno difeso, a quelli che hanno costruito, per finire a quelli che hanno realizzato, come Bernardo Pescosolido, il miglior realizzatore, che nella seconda parte della stagione è diventato davvero devastante.

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