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PALESTRA DELLA VERITA’, “TEMPIO” DEL BASKET CONDIVISO

Erano gli anni d’oro, quelli di un ragazzo che sognava scrivendo articoli con la Olivetti “lettera 32”, che vedeva i suoi pezzi pubblicati su IL TEMPO come qualcosa di prodigioso. Traeva linfe incredibili da questo e faceva chilometri e chilometri sul motorino, un CF Minarelli, per poter arrivare a seguire più partite possibili, di qualsiasi disciplina sportiva. Basket compreso, s’intende.

Come, ad esempio, un concentramento di basket femminile giovanile – per la precisione, la fase interregionale juniores – che si svolte nel ’74 alla palestra della Verità. Tantissime giocatrici in campo da guardare con attenzione: per le gesta atletiche, ma anche per via di qualche bella ragazza che non lasciava indifferente il giovane cronista.

Una in particolare, la più brava di quel Sant’Orsola di Sassari che strappò applausi a raffica, Rosella Motzo, protagonista di più di un articolo, a cui ripensò qualche volta, anche successivamente. 

Così come una bella esperienza fu quella dei Campionati Internazionali Studenteschi. Stavolta, però, erano le amiche a informarsi in modo particolare sulle qualità dei baldi giovanotti che spaziavano da un canestro all’altro. Qualcuno di loro non disdegnava un sorriso al genere femminile seduto in tribuna e nasceva – anche in questo caso – qualche amicizia.

Vinse quella manifestazione di Viterbo, a metà degli anni settanta, la Jugoslavia, che si impose in finale contro Israele, vincitrice dell’altro girone.

Gli Jugoslavi si imposero in tutti gli incontri a disposizione, davanti ad un pubblico talmente numeroso che non entrava più nella palestra viterbese.

Era chiaro: Viterbo aveva bisogno di un Palasport, che poi arriverà, insieme a qualche polemica – sulla gestione e sulle criticità strutturali – durata nel tempo.

Ma dalla palestra della Verità aveva ancora tante cose da dire, come il torneo CSI del marzo ‘75, con finale tra IPB Stella Azzurra – che poi diventerà Perugina e quindi BancoRoma, che vincerà lo scudetto, trascinata da Larry Wright – e Pintinox Lazio.

Quella finale vide la vittoria della Stella Azzurra, con tutti gli occhi puntati sui due Americani, che allora erano quasi una rarità, non certo la normalità di oggi.

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