AmarcordUS Viterbese

EX PORTIERI GIALLOBLU DI RANGO: DI BITONTO E PAOLETTI

Molti dei Gialloblu di un tempo hanno anche lasciato un ricordo eccezionale sotto l’aspetto umano, per la disponibilità, la gentilezza, la stima e – spesso – anche la gratitudine verso gli addetti ai lavori.

Uno di questi è stato senza dubbio Nicola Di Bitonto, il quale aveva esordito in serie D, a Trani, addirittura a sedici anni. Roba da libro dei record! Nell’82 il coronamento di tanti sogni cullati da bambino. Suoi e del fratello più grande, che lo portava sempre con sè a giocare a pallone per strada. Siccome era il più piccolo di tutti, finiva – come spesso accadeva in quei casi – dove nessuno voleva andare. In porta. Lui ci si impegnava lo stesso e spesso tornava a casa con i pantaloni rotti, dopo un paio di tuffi, rimediando la ramanzina dei genitori.

L’approdo nei professionisti arriva sempre con il Trani, che, con Di Bitonto, in porta ottiene la promozione in C2. L’anno dopo, stagione 1989/1990, il grande salto: il Barletta lo vuole in serie B. Parte in panchina, accanto all’allenatore, che è Mariolino Corso. Alla vigilia del sentitissimo derby con il Foggia, Coccia si infortuna. Corso lo chiama e gli dice che tocca a lui. Quasi non ci crede, ma in soli tre anni è passato dalla serie D alla serie B. Allo stadio “Zaccheria”  i rossoneri, con Zeman in panchina e il compianto Franco

Mancini tra i pali, vogliono vendicare la sconfitta dell’andata. Segnano subito con List e calciano un rigore: sul dischetto va l’ex laziale Fonte e Di Bitonto glielo para. Succede di tutto, il pareggio del Barletta, che rimane in nove uomini, ma il risultato è portato a casa. Quel calcio ri rigoregli cambia la vita e da quel giorno diventa titolare.

I colpi di scena non sono affatto finiti, perché, a fine stagione, arriva la chiamata dalla serie A. Una sera, alla domenica sportiva, viene intervistato il presidente del Cagliari, Orrù, il quale dichiara di voler ringiovanire la squadra con i migliori giovani in giro e annuncia che ha preso dal Barletta il portiere Di Bitonto. Lo viene a sapere così, lui, che a Cagliari resta

cinque anni e che fa l’esordio il 10 maggio del ’91, davanti a quarantamila Cagliaritani in festa per la permanenza in serie A. Il ragazzo della provincia di Bari non ha molte possibilità, chiuso dalla presenza di colleghi come Valerio Fiori e Mario Ielpo, ma si accontenta lo stesso e ritiene assai fortunata quella esperienza fatta con allenatori del calibro di Mazzone e Tabarez, oppure di compagni di squadra come Matteoli, Dely Valdez e Allegri.

A Viterbo ci giunge all’inizio del terzo millennio, insieme ad un conterraneo più giovane di lui, ancora alla ricerca della definitiva consacrazione, Santoruvo. Entrambi contribuiscono al buon campionato della Viterbese e Di Bitonto mantiene un rendimento domenicale sempre elevatissimo.

E’ anche protagonista – suo malgrado – di un incredibile episodio. Mentre – al Rocchi – sta piazzando il pallone in terra per un rinvio con i piedi, un tifoso del Catania scavalcala rete di recinzione e gli va a dare una botta sulla schiena. Poi, incredibilmente indisturbato, risale la medesima barriera metallica e si dilegua nel nulla.

Dopo Nicola Di Bitonto, Gabriele Paoletti. Se non fosse arrivato il fallimento societario del 2004, probabilmente la Viterbese sarebbe finita in serie B e Gabriele Paoletti sarebbe diventato uno dei portieri più forti ad avere indossato la maglia gialloblu, magari anche per tanti anni.

Tra gli ex gialloblu, tra coloro che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia della Viterbese, più per valore che per durata, lui c’è. Cresciuto nelle giovanili del Torino, con cui ha vinto un Torneo di Viareggio, con la Viterbese gioca 32 presenze e mostra un rendimento davvero eccellente, con uno stile tra i pali tutto da vedere, dando sicurezza al reparto e, per la verità, ricevendo anche in cambio grande affidabilità da un duo come Sibilano-Bianconi, qualche metro davanti.

E dopo il fallimento societario, a dimostrazione del valore fatto vedere a Viterbo, si spalanca la strada del grande palcoscenico: approda all’Udinese ed esordisce con la maglia bianconera in Serie A (il 6 novembre 2005) a San Siro contro il Milan, nella sconfitta per 5-1. Colleziona in Friuli sei gettoni di presenza in campionato e sette in Coppa Italia. L’avventura continua. Il 18 gennaio 2007 si trasferisce al Messina (in comproprietà) per sostituire Marco Storari, accasatosi nel frattempo al Milan, collezionando 11 presenze nella massima serie.

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