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AMARCORD. LA SERIETA’ DEL ROCCIOSO DIFENSORE ZAPPELLA

Serio, di poche parole fuori dal campo, roccioso e altrettanto di poche parole all’interno del rettangolo di gioco. Poche parole, ma tanti fatti per Beppe Zappella che in gialloblu giocò in due riprese e che la cui mancata conferma la seconda volta destò più di una perplessità, unita a un certo disappunto degli osservatori più attenti.

Un difensore così, di scuola-Milan, con quella decina di presenze in serie B con la maglia del Como e una intera stagione – sempre tra i Cadetti, con il Monza – non capita tutti gli anni da annoverare nelle fila gialloblu. Quel ragazzo del ’73 giocò 30 gare con tre reti segnate nel 200-01, e altrettante due anni più tardi, con Totò Di Somma in panchina che condusse la Viterbese alla salvezza contro il Giulianova alla Palazzina.

Tutti chiesero a gran voce la conferma del ragazzo di Milano, ma le scelte tecniche societarie erano canalizzate in altro modo, per cui a Zappella non rimase altro che riprendere la via di Catanzaro, dove andò a disputare nientemeno che 31 presenze in una grande piazza, tutt’altro che poco per uno “scarto” della Viterbese.

Rimangono le due stagioni da protagonista in gialloblu per lui incastonate in una lunga carriera che ebbe ancora spazi a Ivrea, Alessandria, Pesaro e Cuneo, per un difensore che provò anche l’ebbrezza del calcio giapponese.

 

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