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CALCIO COI BAFFI. L’ARTICOLO DEL CORRIERE DI VITERBO

ESATTAMENTE CINQUE ANNI FA, IL 26 GIUGNO 2017…

Un tuffo nel passato non fa mai male. Soprattutto se è stato un passato ricco di soddisfazioni. Come quello della Viterbese che vince il campionato di promozione dell’88, celebrata nell’ambito della presentazione ufficiale del libro “Quando i calciatori avevano i baffi”, di Claudio Di Marco.

Aldo Coletta, roccioso difensore di quella squadra, faceva gli “straordinari” nella campagna del direttore Ranucci, il quale aveva un paio di capre. Coletta si divertiva a “marcarle”, per farle rientrare nel recinto e ne veniva fuori anche un allenamento importante, visto che poi era più abituato agli attaccanti sguscianti che incontrava la domenica in campo.

Peppe Calcagni ha ricordato il suo esordio in prima squadra a quindici anni e mezzo. Dopodichè il gol decisivo contro il Villalba. Roberto Maregrande è stato il bomber di quella squadra, ma, a causa di un infortunio, ha dovuto lasciare diverse presenze al suo collega Petrungaro.

Biagio Chiricozzi ha ricordato il suo gol segnato al Rieti in una Palazzina stracolma, con il proprio nonno impazzito di gioia che saltava in tribuna.

Angelo Altarozzi ha ricordato la figura dell’allenatore della promozione, il compianto Ramon Loiacono, con cui inizialmente non era riuscito a stabilire un rapporto ottimale e che, al termine della stagione, gli riconobbe, invece, i meriti ufficialmente, davanti a tutta la squadra.

L’allora diesse Tonino Ranucci ha ricordato come – proprio trenta anni fa, di questi tempi – si stava costruendo quella squadra e il primo tassello fu Maurizio Manfra (che segnò nove reti da libero, compresa quella decisiva di Ladispoli), capace di essere un leader anche fuori dal campo di gioco e convincere altri forti giocatori romani ad accettare la Viterbese, che di quei tempi non brillava certo per successi a ripetizione.

Nell’atmosfera suggestiva della Sala di Palazzo Brugiotti, messa a disposizione dalla Fondazione Caritivit (e successivamente nella serata di Caffeina), sono stati in molti a portare il proprio contributo: in tutti la convinzione che Viterbo ha rappresentato un passaggio indimenticabile della propria carriera.

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