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“IL CALCIO E’ STRAORDINARIO!” … DICEVA GIANNI BRERA

“Il calcio è straordinario – diceva l’immenso Brera – proprio perchè non è mai fatto di sole pedate. Chi ne delira va compreso, non compatito; e va magari invidiato. Il calcio è davvero il gioco più bello del mondo per noi che abbiamo giocato, giochiamo e vediamo giocare”

E decisamente fuori tema parrebbe, invece, Giacomo Leopardi, il quale scrisse “A un vincitore nel pallone”, nel 1821. La poesia si riferisce a un preciso personaggio, il giovane Carlo Didini di Treia, e lo acclama come campione, elogiandolo per l’energia espressa nell’azione sportiva. Dietro questa profonda ammirazione si cela una punta di invidia per una vigoria fisica che il poeta non ebbe mai. Ma, cosa più importante, si intravede la visione leopardiana della vita, che va presa come un gioco, come il calcio quindi, e come tale va giocata.

Il calcio – come dice qualcuno – racconta molto dei territori, di quanto questi siano in grado di intrattenere giovani e meno giovani con attività sane, capaci di trasmettere principi e valori che vanno ben oltre il gioco. Racconta dei territori, anche se diventa campo di battaglie politiche, prima che sportive, battaglie in cui perdono tutti, soprattutto lo stesso calcio.

Per quel che ci riguarda, tutto cominciò una domenica mattina alla Palazzina, con la partita della Viterbese juniores contro la formazione romana dal nome alquanto particolare, le Carrozze Letto.

Una tribuna sempre quasi gremita, composta da spettatori attenti e civili, che seguiva quei ragazzi in campo con tante speranze di vederli crescere a passare – per chi era più fortunato – alla prima squadra.

Approdare in quel mondo fu – per il poco più che sedicenne aspirante comunicatore – qualcosa di magico. Oltretutto andando in trasferta sul pullman della squadra gialloblu, stabilendo rapporti di stima reciproca con giocatori e dirigenti. Nonostante ciò, rimaneva il rispetto assoluto per chi scriveva, anche quando gli articoli non erano del tutto positivi, magari di fronte a qualche – rara – debacle o brutta figura in campo.

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