“TATANKA” ETTORI, CHE POTEVA DIVENTARE UN GRANDE …
“Tatanka” era il suo appellativo, quello che gli avevano regalato i tifosi dell’Ospitaletto, la squadra che cominciò a conoscerlo, a lanciarlo e ad amarlo: Alessandro Ettori cominciò così e a Viterbo ottenne la maturazione ottimale.
Arrivò alla Palazzina in quel triennio in cui fare mercato diventava un’arte, con Di Maio che riusciva a scovare giovani promettenti per costruire buone squadre e racimolare anche gli utilissimi premi valorizzazioni dalle società delle serie superiori che mandavano volentieri i giocatori in prestito nella città dei Papi.
Ettori arrivò anche in un momento che sembrava critico, con l’abbandono del presidente Deodati: orizzonti cupi si prospettavano ed invece ne venne fuori una squadra fortissima, forse più di quanto non credessero gli stessi giocatori.
Arrivarono i vari Parlato, Foschi e Liverani, il quale, però, era una riserva e che giocò solo quando la società mise in punizione Balducci per essersi accordato con l’Ancona, diventato di proprietà proprio dello stesso Deodati.
Tornando a Ettori, prototipo moderno del centrocampista, c’è da dire che compose per due anni un tandem assai funzionale con Guernier: il ragazzo di Gardone Val Trompia in gialloblu disputò 53 partite con una decina di reti al suo attivo. Addirittura sarebbe potuto essere il protagonista assoluto nella stagione 98/99, in cui aveva segnato 2 reti in 7 gare, ma un infortunio lo fermò eppoi cambiò la storia della Viterbese, con l’avvento di Gaucci e la galoppata trionfale verso la serie C1.