“BACKUP”. PHIL MELILLO, STEFANO COLAGE’ E VINCENZO SANTORUVO …
MELILLO
Che gran giocatore è stato Melillo e che fortuna per gli sportivi viterbese che ebbero la possibilità di vederlo giocare nella città dei Papi con la casacca viterbese. Indubbiamente uno dei più grandi talenti visti sotto canestro nella Tuscia è senza dubbio stato, appunto, Phil Melillo, nato nel New Jersey nel 1952. Per via di una vecchia regola della FIP, che permetteva agli oriundi di poter ottenere lo status di italiano in serie A dopo una militanza nei campionati minori. In verità nel ’76 aveva permesso che un oriundo potesse affiancare l’unico straniero consentito e Melillo ne approfittò per salvare la Lazio con una media di 30 punti a partita, straordinaria per un play-guardia di un metro e ottantadue come lui.
COLAGE’
Nella storia ciclistica della Tuscia, sempre molto prodiga di talenti, nei decenni passati, occupa una posizione di preminenza Stefano Colagè, il ragazzo di Canino che spiccò il grande salto in ambito nazionale e oltre, come è d’obbligo per chi ha partecipato a tre campionati del mondo con una maglia azzurra, oltre ad una prova olimpica.
Ha vinto tantissime corse in Italia e un tredicesimo piazzamento nella classifica finale del Giro d’Italia dell’86 rimane la miglior performance in rosa. Anni magici, che coincisero con la conquista della Tirreno-Adriatico, del Giro dell’Umbria e di altre corse importanti che misero in vetrina le doti del ciclista della Tuscia, fatte soprattutto di grinta e determinazione, che non si faceva staccare facilmente in salita dai più grandi.
SANTORUVO
Il ragazzo di Bitonto rimane uno dei migliori attaccanti visti in campo con la maglia gialloblù della Viterbese, uno che si buttava dentro senza paura e che rimediò in scontri di gioco una frattura al setto nasale e un infortunio al ginocchio, problemi che superò a tempo di record, ripresentandosi in campo sorprendendo tutti, dopo periodi di stop incredibilmente brevi. A Viterbo ha fatto cose molto belle, meritandosi il passaggio al Bari e tutto ciò che riuscì a fare anche con quella maglia. Ha sbagliato, è vero. Ha sbagliato come altri e ha pagato come, forse, non tutti hanno pagato alla stessa maniera, praticamente spezzando la carriera quando ancora avrebbe potuto dare ancora molto. Ebbe vivaci screzi con l’allora sconosciuto Antonio Conte e il gialloblù che avrebbe amato indossare ancora lo ottenne tramite il Frosinone, ma non fu la stella cosa per che aveva scelto di vivere nella Tuscia.