“DATOTECA”. LA BEFANA CON LA COPPA PER LA FORTITUDO NEPI
Quegli “zii” che fecero assurgere il campo sportivo “Mercante nuovo” ad un ruolo di grande significato, con un paio di promozioni conseguite. E, appunto, con la vittoria della Coppa Italia al Flaminio, che fece il paio con il raggiungimento della serie D, che rimane ancor oggi una delle pagine più belle dell’album dei ricordi che vale la pena di sfogliare.
Il trionfo in Coppa Italia arrivò allo stadio Flaminio – nel giorno dell’Epifania – in una mattinata di gloria e di gioia in cui si materializzò la schiacciante vittoria per 3-0 sull’Anzio.
Quella squadra era completa in ogni reparto, dal portiere Ursi all’attaccante Perli. Al centrocampista Gigi Coni, che nella Tuscia fece buone cose anche a Civita Castellana e a Grotte di Castro. Questo è uno spaccato di ciò che gli fa tornare in mente la narrazione di quei momenti. Mister Fazzini allora era un lusso per quelle categorie: sulla sua bravura non si discuteva. Prima di ogni gara, presentando la partita, passava in rassegna tutti noi, con pregi e difetti, Praticamente ogni domenica c’era quasi lo “stesso film” e la grande simpatia è stata una dei volti vincenti di quel gruppo che in campo faceva cose eccellenti.
Era il 1997, il 6 di gennaio, come detto, e vinse il Nepi del presidente Antonio Manni, del direttore sportivo Vittorio Giovanale, dell’allenatore Claudio Fazzini, già impostosi all’attenzione generale, avendo fatto bene con i giovani.
Tanti tifosi, per anni, hanno frequentato il bar della piazza centrale ascoltando le gesta alla radio e vedendo i riflessi filmati alla tv. In molti, però, preferivano prendere la strada dell’Olimpico, per esserci direttamente.
Quel calcio che ha prodotto anche ottimi giocatori, tra cui Pacifico Bonaposta, una vera star del dilettantismo per quegli anni, gli anni sessanta. Oppure un allenatore che sapeva tirar fuori il massimo dagli organici che gli venivano messi a disposizione. Non per niente a Guido Adolini – è lui il personaggio in questione – venne affibbiato il nomignolo di “Re Mida”. Per non parlare di Moraldo Adolini – molti anni più tardi – con il fiuto del gol come pochi, unito al movimento giusto affinato anche dall’esperienza del calcio a cinque.
Peccato che in tempi recenti quel “Mercante nuovo”, che raccoglieva tanta gente appassionata, che sventolava le bandiere biancoverde, non è più riuscito a vivere momenti altrettanto fulgidi, a non ripetere i fasti del passato.
Quella coccarda tricolore, perciò, rimarrà nella storia e quella foto della squadra vittoriosa al Flaminio probabilmente campeggerà per sempre sulla parete del bar principale di Nepi.
