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“SEMBRA IERI” (vol. 87). LE VECCHIE SFIDE DELLA VITERBESE. QUELLA CON FOIANO …

Leggendo le storie di calcio, anche di quelle avversarie che calcarono il bellissimo fondo della Palazzina – almeno finché ci incurvava sopra le spalle il mitico “Antero”, il custode del campo – si trovano degli spunti interessanti,

“Sarebbe bastato – si legge su un articolo dell’epoca – quel pareggino a Viterbo, che invece sfuma nel finale!” Di chi stiamo parlando? Chiaramente del calcio degli anni settanta, amatissimo, così come amatissima è la Toscana e quel lembo di terra che confina con l’Umbria. Panorama rilassante per chi guida l’auto da quelle parti, magari per fare un salto a Castiglione del Lago, altra incantevole località. La prima uscita della superstrada è Foiano della Chiana, che a molti non dice nulla, in ambito calcistico, ma che, invece, incrociò la strada della Viterbese, a cui si riferisce quella riga virgolettata di cui sopra. La partita è Viterbese-Foianese, che i Gialloblu si aggiudicano nel finale con un gol di Lovari, un attaccante toscano che segna ad una toscana in difficoltà, cinicamente, come vuole la legge del calcio. Quella serie D del Foiano delle meraviglie, partito dalla seconda categoria, durerà solo un anno e tutto per colpa di un punto. Foiano e Spoleto, infatti, chiusero a trenta punti e decise solo la differenza reti.

Finiva lì la storia di un fenomeno sportivo, di quella formidabile squadra di calcio che ha saputo interpretare il suo tempo, e il suo territorio. Tanto che viene il dubbio se si possa ridurre banalmente a “ciclo vincente” quello che, per almeno due o tre generazioni ha invece rappresentato una specie di saga. Quella squadra che aveva festeggiato, una stagione prima, la terza promozione di seguito, giocando una amichevole contro i biondi svedesi dello Sparvagen, la seconda squadra di Malmoe, in lotta per salire nella massima serie. Il Foiano sembrava il parente povero e invece vinse per cinque a zero.

Un giorno, Lauro Toneatto, allenatore dell’Arezzo, molto quotato in quegli anni, passò per caso, dalle parti di Bettolle e venne incuriosito da quella squadra che si stava effettuando. Una normale seduta di allenamento, ma Toneatto si fermò e scese dalla macchina per dare un’occhiata e chiese: “ma questi, da dove scappano fuori?”

“E’ il Foiano. Si stanno preparando per il campionato di seconda categoria” gli risposero. Toneatto si passò la mano sul mento, quasi a nascondere una mezza smorfia, mente diceva: “non scherziamo, questa è una squadra di serie C”. Quel complimento, apparentemente così spropositato, oltre ad essere graditissimo, risultò premonitore, per quei Toscani non si fermarono più. Erano gli anni della “Febbre del Sabato Sera”, i tempi della discomusic, “periodi di caccia” per i tanti Tony Manero della Valdichiana. Ristoranti e bar affollati. Al Cinema Apollo c’era una signora molto severa alla biglietteria e marito che, invece, chiudeva un occhio, se mancava qualche mese al compimento dei diciotto anni. I cantieri lavoravano molto, anche quelli aperti in qualche campo sportivo, compreso quello di Foiano. Per disputare le partite interne la scelta cadde sul campo sportivo di Bettolle, il più iconico di tutta la Valdichiana, dove ogni estate si accendono le luci della magica Coppa Tempora, stesso nome dell’impianto sportivo. Il 1977-78 è rimasta l’annata irripetibile per Foiano e la sua gente, un po’ come il ‘49 di Fausto Coppi, il ’65 del Bologna, il ’70 di Gigi Riva.

(DAL LIBRO: IL CALCIO AL TEMPO DI INTERNET)

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