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UN GIOVANE CHE SCRIVE BENE: ANDREA BARILARO

In questo suo articolo abbiamo riscontrato: stile, toni giusti, concretezza, estro, tutti valori che una volta i giovani imparavano e ci costruivano sopra tutta una carriera e che ora sono diventati rarissimi. Ecco perché ci fa piacere leggere articoli come questi: 

“Tredici minuti, semplicemente tredici minuti. Giusto il tempo di cottura dei rigatoni Barilla, l’ingrediente principale di una prelibatezza culinaria che sì, metterebbe d’accordo praticamente chiunque: roba per pochi, roba senza senso. E pure roba folle, perché segnare una tripletta in soli 13 minuti è quanto di più simile ci possa essere a pensare, studiare e preparare un piatto stellato. Sicuramente capace di strappare tre «sì» in quel di Masterchef, probabilmente in grado di strizzare l’occhio persino ai giudici più severi della guida Michelin.

13 minuti, semplicemente 13 minuti. Giusto il tempo di un panino all’intervallo, il classico “cotto e fontina” al bar della scuola tra l’ora di matematica e quella di italiano. Il momento perfetto per prendere parola, chiamare a raccolta i compagni più stretti – meglio ancora se calciatori o aspiranti tali – e iniziare a raccontare. Non una storia, la storia. Non la storia di una mattinata perfetta, la storia della mattinata perfetta. Non la storia di una mattinata perfetta di un giocatore straordinario, la storia di una mattinata perfetta del giocatore straordinario.

13 minuti, semplicemente 13 minuti. Giusto il tempo di segnare tre gol, appunto. Giusto il tempo di ricordarsi di essere straordinario, appunto. E giusto il tempo di cambiare la storia. Sì, cambiare la storia: stravolgerla, ribaltarla, riscriverla. In fondo Christian Di Iorio da Valgreghentino – un po’ chef, un po’ divulgatore e pure un po’ eroe, ma questa è un’altra storia… – ha fatto esattamente questo. Stravolta perché, dal suo ingresso in campo dopo l’intervallo, il cielo di Cisano Bergamasco è passato da una pioggia battente a un sole a catinelle. Ribaltata perché, numeri alla mano, il risultato del primo tempo non lasciava spazio a particolari interpretazioni: Cisanese-Fanfulla 0-1. Riscritta perché, dopo il momentaneo 1-1 firmato da Falconeri, un altro che dà al pallone quando gli capita tra i piedi negli ultimi sedici metri, ha effettivamente messo la firma a un capitolo tutto nuovo. Quindi la festa, l’estasi, la goduria. Vale per la Cisanese, che grazie ai suoi tre gol si è guadagnata un primo posto clamoroso al pari dell’Olginatese. E vale pure per lui, Christian Di Iorio da Valgreghentino, che dalla scorsa domenica, 5 novembre, si è meritato il tagliando d’ingresso per un club speciale.

Sarà pure una frase fatta, ma effettivamente la prima volta non si scorda mai: «Non mi era mai capitato di segnare tre gol nella stessa partita. L’emozione è stata davvero tanta, diverse volte sono riuscito a fare doppietta ma una cosa del genere non mi era mai successa». Fattuale, incontrovertibile. D’altronde Christian Di Iorio da Valgreghentino di gol ne ha sempre fatti, dai tempi dell’Olginatese a quelli del Missaglia, arrivando poi alla parentesi a Cisano Bergamasco dove, se dovesse riuscire a mantenere questo ritmo, potrebbe stracciare il record di 14 gol maturato la passata stagione. Ad oggi i sigilli sono quattro: da una parte tanti perché di mestiere fa l’esterno d’attacco, dall’altra addirittura tantissimi perché siamo solo a novembre e ci sono ancora una ventina di partite da giocare. 

Intanto restano i tre contro il Fanfulla: clamorosamente importanti, splendidamente decisivi, evidentemente significativi. Il primo è roba da attaccante vero, quel tipo di giocatore che ce l’ha nel sangue. E pure quel prototipo di bomber che quando annusa la preda sa azzannarla: con i tempi giusti, lasciando solamente le briciole ai difensori e finalizzando. Lo ha fatto pure di destro, dettaglio impossibile da trascurare essendo un mancino naturare. Il secondo rappresenta il classico uno-due: dribbling bruciante e conclusione fulminante, questa volta di sinistro. Nel terzo c’è un po’ di tutto, in particolare la cosiddetta “garra”: che gli ha permesso di recuperare un pallone al limite dell’area, che lo ha portato a battere il portiere per la terza volta. Il tutto, va ricordato, nel giro di soli 13 minuti.”

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