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QUANDO IL QUARANTAQUATTRENNE ANTOLOVIC SEGNO’ TRE GOL SU PUNIZIONE …

ARTICOLO DEL 12 APRILE 2005 …

Ci sono delle storie nel calcio che sfuggono alla logia e al tempo. Tra di esse c’è sicuramente quella di Daniele Antolovic, allenatore quarantaquattrenne di belle speranze, che sta ancora aspettando la grande chance per la panchina di categoria superiore.

Ha già vinto, però, un campionato di Promozione con il CapranicaSutri qualche anno fa, ma la chiamata non è arrivata, per cui Antolovic ha pensato bene di dedicarsi al suo lavoro di rappresentante di commercio, senza trascurare la proposta che il Marta, squadra dove si è lanciato come giocatore e dove abita ormai da più di venti anni, gli ha fatto appena risalito in Prima categoria.

In mezzo a tanti interrogativi ha stravinto il campionato scorso ed ora sta tenendo testa alla ben più quotata Civitavecchiese del suo collega Ceripa, che fu suo allenatore nel Cerveteri.

E fin qui sarebbe anche abbastanza normale, ferme restando le qualità che Daniele Antolovic ha mostrato come tecnico e che meriterebbero di essere “verificate” da qualche squadra della Tuscia di categoria superiore il prossimo anno.

La cosa abbastanza strana è che, ancora in perfetta forma fisica, allenandosi insieme al suo Marta, ed al figlio Simone, poco più che ventenne, ha pensato bene di tornare in campo nel momento in cui la rosa ha cominciato, per vari motivi, a risultare corta.

Ed anche qui, seppur con la rarità del caso, ci poteva anche stare, un allenatore-giocatore che decide di rimettersi a correre in mezzo al campo in età considerata quasi veneranda.

L’unicità è sicuramente rappresentata dall’aver segnato tre reti su punizione in una volta sola, come accade a pochissimi altri, come mai era accaduto allo stesso Antolovic nella sua lunga carriera.

“E pensare che sarebbero stati quattro i gol – afferma divertito l’allenatore del Marta – perché ce n’era anche uno nel finale che era dentro di un buon palmo, ma l’arbitro non se ne è accorto.

Difficile credere a quanto accaduto domenica scorsa contro la Maremmana, eppure ho fatto quello che tante volte mi è capitato in carriera, ho provato con il mio sinistro, che è stato sempre abbastanza felice, con cui ho realizzato un centinaio di gol da fermo in carriera.

Ho cominciato fin da ragazzo, ma non c’è stato un maestro: l’ho avuto come dote naturale e chiaramente questa cosa non passa con il tempo.

Evidentemente doveva essere la mia giornata speciale e per tre volte la palla è andata dentro, ma al di là della logica soddisfazione dobbiamo pensare alla squadra, a queste ultime partite che rimangono, a non mollare in questa stagione davvero indimenticabile.

Io ci sarò ancora, in panchina ed in campo, perché mi accorgo che riesco a tenere il passo dei più giovani, in un  ruolo difensivo in cui, tutto sommato, non spendo neanche più energie di quante ne possa avere un “vecchietto” come me.”

E ritorna a correre in riva al lago, a dare consigli al suo Marta, per quel bis in Promozione che Daniele Antolovic meriterebbe davvero, magari per spiccare il grande salto come il suo amico Puccica, insieme al quale giocò con la maglia dell’Elettrocarbonium Narni e del Civita Castellana.

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