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AMARCORD. MONTEFIASCONE E LA TRADIZIONE DEL BASEBALL

Il baseball appassiona tanto da attirare spesso le famiglie intere. A Montefiascone diverse volte più fratelli hanno praticato questo sport contemporaneamente: gli Alesi e i Meola erano addirittura in tre in squadra! Senza poi considerare la partecipazione dei genitori al gruppo dirigente della società.

Ma il caso della famiglia Carletti è esemplare: Pietro fece parte della squadra Campione regionale dei Giochi della Gioventù nel 1976. Poi è rimasto nella società ininterrottamente per quarantatre anni, giocando e allenando, sia le giovanili che la prima squadra, mettendo sempre generosamente a disposizione la propria serietà e competenza.

Insieme a lui entrò a far parte del gruppo direttivo il padre Carlo. E non poteva mancare la moglie Laura, che ha giocato a softball e allenato i giovani, mentre oggi è arbitro.

La figlia Flavia ha giocato nella categoria Ragazzi, eppoi nel softball in giro per l’Italia, nonché nelle diverse nazionali giovanili.

Oggi, a soli diciannove anni, è uno dei punti di forza della Sestese, nel Softball di A2, dopo aver giocato nella massima serie italiana. I figli Matteo, ventidue anni, e Michele, diciassette, hanno iniziato molto presto: nel 2019 sono tra i lanciatori migliori della squadra, più volte convocati nelle selezioni regionali. La passione – e la generosità – di Pietro, unita alla invidiabile forma fisica, lo hanno portato anche, nel 2017, a cinquantadue anni, a dare il suo contributo sul monte di lancio. Una sorta di bellissimo monopolio familiare nella squadra: papà e due figli che giocano contemporaneamente in serie B, formando un terzo della formazione in campo, Pietro in 1B, Matteo all’interbase e Michele sul monte.

Chissà che non vedremo una gestione dei lanciatori con Matteo “partente”, Michele “rilievo” e Pietro “closer”! Sarebbe, forse, un record da far felici tutti gli appassionati sotto la Rocca.

Ogni storia ha anche un angolo in cui, a guardarci dentro, ci si trovano anche quelli che non sono più tra noi. A loro, quelli del baseball rivolgono sempre un ricordo speciale, con la speranza -o la convinzione – che possano continuare, in qualche modo, a tifare Montefiascone,  Baseball e Softball.

Sulla tomba di Celestino Paoletti – per molti anni giocatore e allenatore delle squadre dell’Etrusca Baseball, e poi anche arbitro, che la malattia ha sottratto prematuramente – c’è una sua foto in divisa.

La richiesta fu espressamente fatta da Celestino, che volle, in questo modo inequivocabile, esternare il proprio amore eterno e viscerale per il Baseball montefiasconese. Il suo è stato un gesto di grande attaccamento, apprezzato da tutti, un sentimento ricambiato da tutti coloro che hanno vissuto le stesse esperienze terrene.

Paoletti era tra gli entusiasti che videro posare la “prima pietra”, quando, cioè, l’amministrazione comunale realizzò il tanto sospirato campo da baseball. Nel 1991 i Campionati Europei dettero una forte spinta a quei lavori che il Baseball di Montefiascone aveva sempre sognato.

Finalmente lo stadio, dunque! Una grande festa per tutto il baseball gialloverde, che tornò a guardare al futuro e a sognare ancor di più la Serie A.

Un anno dopo arrivò il cubano Primitivo Diaz che, insieme all’americano Queen Gregory, guidò la quadra in un buon campionato. Alla fine della stagione venne organizzata una tournée in America, a Chicago, disputando incontri amichevoli con squadre di college e visitando lo stadio dei White Sox, il museo storico, fraternizzando, sul terreno di gioco, con i campioni della Major League nel prepartita. Una esperienza considerata da tutti, per molti versi, davvero  entusiasmante!

Nel ‘93 la squadra è matura per il salto di categoria, e gli allenatori cubani Luis Carton e Primitivo Diaz, insieme a due giocatori, Verni e Luongo (che si aggiungono a Paolo Minozzi, a Montefiascone dal 1989), danno la spinta necessaria per vincere il campionato.

Si affrontano i play-off contro squadre di ottimo livello, come il Livorno e il Roselle, questi ultimi battuti in un memorabile quinto incontro. La Serie A2 non è più un sogno e per festeggiarla – insieme a tutto il paese – viene organizzata una festa in piazza.

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