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STACCIOLI, CENTRAVANTI CLASSICO, QUELLO DEL “MAGGIOLONE” …

Carlo Staccioli era il classico centravanti possente, d’area di rigore, che tiene ancora Viterbo nel cuore, anche oggi che vive nella sua Toscana. Non sta benissimo, ma tramite la figlia Elody – c’è anche il fratello Tommaso, nella famiglia Staccioli –  riesce a raccontare qualcosa di quegli indimenticabili anni settanta.

Elody non c’era ancora, Nacque nel 1977 – quando Carlo da Cascina, giocava ormai lontano da Viterbo. Innanzitutto a Pontedera, dove andò a segnare dieci reti, nell’ambito di una classifica cannonieri dominata da Barbana, che poi arrivò fino alla serie A, con la maglia del Palermo. Un Barbana, che ebbe il cruccio di perdere una finale di Coppa Italia, contro il Bologna, all’Olimpico. Perse successivamente qualcosa di più prezioso nel duemilaquindici, quando se ne andò a soli sessantasei anni.

Staccioli continuò a segnare anche l’anno successivo, nello stesso Pontedera, nonostante una squadra molto debole, che non riuscì ad evitare la retrocessione. A Viterbo aveva instaurato un rapporto di stima e di amicizia con un salone di auto della città dei Papi. Un po’ per simpatia, un po’ anche per convenienza, il titolare dell’autosalone, quando Carlo segnava un gol, gli metteva a  disposizione  una  fiammante   macchina,  per  girare per

Viterbo, ma anche per fare qualche gita nei paraggi. Di solito era una “spider”, oppure un “Maggiolone”, che andava per la maggiore di quei tempi. E appena poteva ne approfittava pure per andare a trovare la signora Maria, poi diventata sua moglie e madre di Elody. Una volta, all’insaputa di tutti – e correndo pure qualche rischio – si mise alla guida, alla volta della Toscana, con un piede infortunato, bloccato da una sorta di doccia gessata. Il personaggio era questo, uno che non aveva paura in mezzo all’area di rigore – qualcuno lo chiamò “Gladiatore” – figuriamoci se poteva avere paura fuori dal campo o se si faceva fermare da dolori e infortuni.

Ebbe anche l’occasione di fare “l’attore”. Lo chiamò addirittura Alberto Sordi, che lo voleva per il suo film “Il presidente del Borgorosso”. Convocò Staccioli e altri due compagni di squadra della Viterbese, ma dopo averli scrutati a lungo, “Albertone” si disse dispiaciuto di non poterli inserire nel film, in quando erano “troppo belli” per quelli che sarebbero dovuti essere i giocatori bianconeri del film.

DAL LIBRO “BEL CALCIO SI SPERA”

nella foto: a sx Staccioli, a dx Pescosolido

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